Provai profonda ammirazione per il grande uomo a sud delle Alpi, che pieno di fervido amore per il suo popolo, non venne a patti con il nemico interno all’Italia, ma volle annientarlo con ogni mezzo. Ciò che farà annoverare Mussolini fra i grandi della Terra è la decisione di non spartirsi l’Italia con il Marxismo, ma di salvare la sua patria

(Adolf Hitler)

Il Processo di Norimberga (20 novembre 1945 – 1º ottobre 1946) è il nome usato per indicare due distinti gruppi di processi ai nazisti coinvolti nella seconda guerra mondiale e nella Shoah. I processi si tennero nella città tedesca di Norimberga (insieme a Berlino e Monaco, una delle città simbolo del regime nazista).
Il primo e più famoso di questi processi fu il Processo dei principali criminali di guerra davanti al Tribunale militare internazionale (IMT), che giudicò ventiquattro dei più importanti capi nazisti catturati o ancora ritenuti in vita. Il secondo gruppo di dodici processi riguardò criminali di guerra inferiori e comprese anche il famoso Processo ai dottori.
Considerando che Adolf Hitler, Benito Mussolini, Joseph Goebbels e Heinrich Himmler erano deceduti in data anteriore all’inizio del processo (tutti morti suicidi con l’esclusione di Mussolini che fu catturato e fucilato dai partigiani), Reinhard Heydrich era stato mortalmente ferito dai partigiani cecoslovacchi nel 1942 e che Adolf Eichmann e Josef Mengele erano riusciti a fuggire in America meridionale (Eichmann fu scovato e giustiziato dalla Corte israeliana solo all’inizio degli anni sessanta, mentre Mengele riuscì a scampare all’arresto fino a morte naturale avvenuta il 7 febbraio 1979), i ventiquattro restanti accusati del primo gruppo furono: Herman Goring (Maresciallo del Reich e comandante in capo della Lutwaffe), Joachim Von Ribbentrop (ministro degli esteri del governo Hitler), Martin Borman (segretario del partito nazista), Rudolf Hess (successore designato di Hitler), Karl Doniz (presidente del Reich), Alfred Rosemberg (ideologo del partito nazista e padre delle teorie naziste), Hans Frank (presidente del Governatorato generale), Wilhelm Keitel (capo dell’OKV), Wilhelm Frik (ministro dell’interno del governo Hitler), Arthur Seyss-Inquart (Reichskommissar nei Paesi Bassi), Alfred Jodl (capo dello staff dell’OKV), Ernst Kaltenbrunner (Capo del Reichssicherheitshauptamt, maggior gerarca delle SS sopravvissuto alla guerra), Robert Ley (Capo del DAF, il Fronte tedesco del lavoro), Fritz Sauchel (Plenipotenziario del programma di sfruttamento del lavoro dei prigionieri), Gustav Krupp von Bohlen und Halbach (Uno tra i maggiori industriali tedeschi), Konstantin von Neurath (Ministro degli Esteri del governo Hitler fino al 1938 e governatore del Protettorato di Boemia e Moravia), Ministro degli Esteri del governo Hitler fino al 1938 e governatore del Protettorato di Boemia e Moravia (Ambasciatore tedesco in Turchia), Ambasciatore tedesco in Turchia (comandante della Kriegsmarine fino al 1943), Walther Funk (ministro dell’economia del governo Hitler), Baldur von Schirach (Capo della Gioventù hitleriana), Albert Speer (Ministro degli armamenti del governo Hitler), Hans Fritzsche (Popolare commentatore radiofonico), Julius Streicher (Giornalista, direttore del settimanale Der Stürmer).
Tutti gli imputati condannati a morte vennero impiccati il 16 ottobre 1946, tranne Hermann Göring che riuscì a suicidarsi con del cianuro di potassio la notte prima dell’esecuzion. I cadaveri dei gerarchi vennero poi cremati nei forni del lager di Dachau e le loro ceneri gettate nel Wenzbach.
Il 1º ottobre 1946, i giudici del tribunale del processo di Norimberga condannarono le SS, dichiarandole un’organizzazione criminale. I giudici commentarono questa sentenza dichiarando che “le SS vennero usate per scopi criminali che comprendevano: la persecuzione e lo sterminio degli ebrei, brutalità ed esecuzioni nei campi di concentramento, eccessi nell’amministrazione dei territori occupati, l’amministrazione del programma di lavoro schiavistico, il maltrattamento e l’assassinio di prigionieri di guerra. La sentenza continuava dichiarando che il sospetto di crimini di guerra avrebbe coinvolto tutte le persone “che erano state ufficialmente accettate come membri delle SS… che divennero o rimasero membri dell’organizzazione sapendo che veniva usata per commettere atti dichiarati criminali dall’articolo 6 dello statuto di Londra sui crimini di guerra”.

Prc_2020_11_19_Norimberga_FotoCoda