La Federazione di Brescia di Rifondazione Comunista nell’esprimere piena solidarietà agli attivisti e alle attiviste NO TAV che nel corso di una pacifica rimostranza delle proprie opinioni durante un’assemblea pubblica tenutasi giovedì sera Lonato sono stati fatti oggetto di un’aggressione fisica e verbale da parte di esponenti dell’Amministrazione locale, ed in particolare modo dall’Assessore leghista alla Sicurezza principale fautore di tale comportamento, giudica grave e inopportuna e limitativa della libertà di espressione costituzionalmente garantita la decisione del Sindaco di avviare provvedimenti amministrativi nei confronti di 13 persone presenti all’incontro pubblico.

Il Daspo urbano di 48 ore e la sanzione di 100 euro a carico degli attivisti e delle attiviste (alcune delle quali militanti di Rifondazione) è un atto vendicativo propagandistico teso a dimostrare la natura violenta del movimento NO TAV che oltre ad essere palesemente una supposizione falsa (tutti i presenti hanno ben visto che la violenza è stata agita dall’Assessore alla Sicurezza Lonatese) pone un serio problema di agibilità Politica – Democratica, all’interno del territorio di Lonato.

Facciamo notare che il tema dell’alta velocità è evidentemente un nervo scoperto in questo territorio ed evidenziamo che il Comune di Lonato, fautore in una seduta lampo del Consiglio Comunale, di una variante urbanistica relativa a terreni individuati per collocare aree di cantiere logistica a servizio dell’alta velocità ferroviaria sono ora oggetto di sequestro e indagini da parte della magistratura di Brescia in merito allo smaltimento e stoccaggio di rifiuti non conformi e non autorizzati.

Pure Coldiretti, sulla alta velocità, nonostante documenti e dichiarazioni sulla necessità di salvaguardare e difendere il territorio non ha mai agito in tal senso dimostrandosi associazione più attenta a garantire “rapporti di palazzo” che non ad agire per il miglioramento della qualità del bene comune.
È evidente che il referente politico di questi atteggiamenti è la Lega, forza di governo a Roma e in Regione, partito favorevole all’alta velocità in contrasto con l’alleato di governo, movimento 5 stelle, che, a parole, si è sempre dichiarato contrario all’opera.

Due sono, a questo punto, gli atti immediati di buon governo, oltre che di buon senso, che vanno agiti dagli amministratori e dalla politica. 1: il sindaco deve revocare le deleghe all’assessore aggressore per ripristinare condizioni che permettano al confronto politico di tornare alla normalità democratica.
2:il ministro delle infrastrutture deve dare seguito alle parole con un atto normativo che blocchi o sospenda l’inter dei lavori che nel frattempo sta proseguendo interferendo con le valutazioni che necessariamente seguiranno l’analisi costi-benefici.
Una cosa è chiara : non ci lasciamo intimidire da nessuno, continueremo ad esprimere le nostre idee e portare avanti le nostre lotte sostenendo tutti coloro che si battono per i diritti, la difesa del territorio, delle persone e per l’applicazione della costituzione.
Rifondazione Comunista – Federazione di Brescia

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CRIMINALIZZARE IL DISSENSO
Ci sarebbe da dire BASTA!
Ma il limite non si trova in questi tempi davvero osceni.
Basta uno striscione, con ragioni da vendere contro un’opera davvero inutile e costosissima, che deturperà
per sempre un territorio vasto e non più recuperabile, per dare il daspo a donne e uomini che dissentono.
Eppure la loro contestazione è stata realizzata con una modalità pacifica e sorprendentemente semplice, un
pezzo di lenzuolo e una scritta tanto esplicita da rendersi penale “Quale futuro? Quale agricoltura? Con la
TAV danni e spazzatura!”. Eppure lo documentano numerosi dossier, non pilotati da persone
ideologicamente schierate, ma tecnici e specialisti del campo.
Ma quale futuro ha la democrazia dobbiamo chiederci insieme, se le ragioni più semplici e basilari, non
hanno spazio di espressione in questo paese. Il decreto Minniti ha questi effetti concreti, in mano ad
Amministratori servilmente allineati con gli interessi dei costruttori e suoi sodali più o meno leciti e
“ interessati al bene comune e pubblico”.
Mentre i fascisti e loro camuffati prossimi possono calpestare la Costituzione con affermazioni e leggi,
azioni, che gridano Giustizia e umiliano il genere umano.
Piena e convinta solidarietà alle compagne ed ai compagni NO TAV, la vostra lotta è la nostra lotta!

Circolo PRC “Dall’Angelo-Ghetti” Centro storico- Brescia

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Lo sceriffo di Lonato reprime il diritto al dissenso e viola la Costituzione

Il sindaco di Lonato si è comportato come un piccolo caudillo di paese quando suoi concittadini hanno civilmente contestato le ben poco limpide scelte con cui il primo cittadino, con la complicità della Coldiretti, ha deciso di autorizzare e sostenere lo scempio del territorio per farvi passare i binari della Tav Brescia-Verona, la più inutile fra le costosissime “opere” che foraggiano i voraci appetiti della speculazione.

E’ stato sufficiente esporre uno striscione che denunciava il misfatto perché il sindaco inscenasse una vera e propria provocazione, prima intimando a chi aveva esposto lo striscione di andarsene, quindi tentando violentemente di farlo rimuovere con l’attiva partecipazione del suo solerte “buttafuori”, l’assessore che senza senso del grottesco detiene la delega alla sicurezza presso il comune lonatese.

Ma il peggio, se possibile, doveva ancora avvenire. Perché i carabinieri, chiamati sul posto, benché testimoni del sopruso del sindaco, decidevano invece di individuare e schedare tutti coloro che avevano condiviso la civilissima contestazione. Immediatamente, nei confronti delle attiviste e degli attivisti No-Tav, scattava il daspo comunale che impone loro di stare lontani dal comune per 48 ore.

Questo provvedimento calpesta il diritto costituzionale di ognuno “a manifestare liberamente il proprio pensiero, con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione”.

Così, con un gioco perverso, le vittime sono trasformate in colpevoli e chi commette il reato di lesa Costituzione si autoinveste della facoltà di reprimere il dissenso.

La solidarietà nei confronti delle compagne e dei compagni colpiti è certa, ma indirettamente siamo noi tutti ad essere defraudati di un diritto che è condizione imprescindibile della vita democratica.

Il sindaco di Lonato non lo sa. Ora tocca a noi ricordarglielo.

Forum sociale anticapitalista bresciano